Distances

10 figure di gesso dipinte, da disporre "a distanza" al suolo nello spazio espositivo. L’opera si propone di riflettere sulle distanze, fisiche e simboliche fra gli esseri. Universi mentali, o “psyché” sono sempre divisi dai confini delle nostre realtà singolari, ma in questo contesto di pandemia, divieti e regole hanno profondamente condizionato le relazioni interpersonali e ci hanno introdotto nuove problematiche. Separazioni, angosce, paura di toccarsi o di non toccarsi più sono entrati nel vocabolario comune dei nostri legami. La paura del contagio, o al contrario la sensazione d’invincibilità di fronte al virus, hanno solo evidenziato le diverse reazioni dell’essere umano rispetto all’invisibile, che sia minaccia o universo sconosciuto. Le piccole “figure” di gesso possono essere disposte in vari modi nello spazio e a varie distanze, comunicando messaggi diversi. Una di esse, con una marca sulla “fronte” simile a un mirino, o a un cerchio che si espande, si fa allegoria polisemica: malattia, sofferenza interiore, o semplicemente ricchezza della mente... Ci sarà un contagio, o le altre rimarranno “immune” ? L'opera riflette sulla separazione e sui mondi che non possono più comunicare. Questi mondi sembrano uguali, ma guardati da vicino sono diversi. La superficie delle figure che sembrano omogenee, lisce e simmetriche, è in realtà cosparsa di "imperfezioni" nella materia scultorea e pittorica. Lo spazio pittorico si fa allegoria dei nostri esseri, che sotto un'apparenza di conformità, si fanno imperfetti, ruvidi e bui. Forse i tempi difficili hanno sconnesso degli spazi che bisognerà ricollegare, o forse non avevamo mai trovato come cancellare le linee di confine fra le nostre realtà.