Michela Longone
@Michela Longone
Biografia
Longone Michela, anno 1995, Milano.
Diplomata nel 2014 al Liceo artistico di Brera, si iscrive all’Accademia di belle arti di Brera, dipartimento Arti Visive con indirizzo Pittura. Qui le conoscenze relative all’arte contemporanea e alle nuove tecnologie dell’arte si ampliano. Gli stimoli e le interazioni che provengono da professori e compagni, la portano a un superamento dell’impostazione pittorica tradizionale, lasciando spazio a una ricerca e a una modalità di espressione sempre più libera e personale. In questi anni cresce l’interesse per la materia, per il riciclo e in particolare per tutti quei materiali provenienti dalla natura (terra, rami, foglie secche, cortecce, pietre…). Le influenze subite sono quelle dell’Arte Povera, della Land Art e del filosofo Henry David Thoreau. Nel 2018 ottiene con lode la laurea triennale in Pittura, terminando il suo percorso accademico. Durante gli anni accademici e in quelli a venire partecipa a una serie di mostre collettive. Dopo un periodo di due anni dedicato a un’altra professione, riprende a pieno regime il percorso artistico mai abbandonato, approdando alla scultura in cui vede una nuova possibilità di espressione.
La mia ricerca artistica si sviluppa attorno ai concetti di volubilità e labilità dell’esistenza, riflettendo sugli aspetti dell’eterno rapporto uomo- natura. Le opere realizzate rimandano sempre ad elementi naturali, nascendo attraverso la ricerca di materiali che portano in sé la possibilità di trasformarsi. La natura muta costantemente e così anche l’uomo, convergendo in una dimensione che porta l’uno a modificare l’altro e viceversa. Materiali artificiali e naturali, sotto forma di scultura o pittura, diventano il mezzo per comunicare l’impatto mutevole dell’uomo e la condizione effimera della natura, ma anche l’interazione di due mondi che si creano e si distruggono in un ciclo continuo. Ciascun materiale utilizzato ha caratteristiche e attitudini differenti, non più uno studio di regole e principi bensì della casualità e dell’imprevedibile. Lo stesso fallimento del materiale nasconde in sé i segreti della natura, evidenziando il suo aspetto criptico e complesso. I lavori nascono attraverso un processo inverso. È infatti il materiale a suggerirmi la sua trasformazione e a portarmi all’idea dell’opera finale. L’obiettivo del mio lavoro è investigare i molteplici effetti di questo rapporto ancestrale, cogliendone sia l’aspetto distruttivo, sia quello del sublime, del rispetto e della necessità di riavvicinarsi ad una dimensione che ormai è sempre più lontana dalla nostra quotidianità.