Ian Bertolucci
@Ian et Giac
Biografia
Ian et Giac, oltre ad essere il nome con il quale ci presentiamo al mondo dell’arte, cela dentro sé un intero mondo in cui due anime affini sono riuscite a trovare un proprio nascondiglio comune, incontratesi ormai cinque anni fa per un caso fortuito, provenendo infatti da due realtà molto diverse e molto lontane. Sono nato e cresciuto a Viareggio, in Toscana, in una realtà molto aperta pur trattandosi di una piccola città di mare, in cui la comunità gblt sembra essere ben inserita, dove ho avuto modo di poter vivere gli anni della mia adolescenza con tranquillità potendo sperimentare liberamente il mio approccio nei confronti degli altri e del mondo; d’altro canto, invece, Giacomo è cresciuto in una realtà molto chiusa, nel sud Italia, dove scegliere di vivere la propria omosessualità ed espressione personale liberamente significa purtroppo, doversi ritrovare molto spesso in situazioni violente e repressive. Nell’estate del 2014 ci siamo incontrati nella mia città, e da quel momento non ci siamo più separati. Insieme, studiando entrambi arte, ci siamo ritrovati ben presto a lavorare su temi comuni, interrogandoci sul posto che occupa nel mondo l’immagine relativa all’identità di genere, e sul motivo per il quale fosse così determinante rientrare in dei termini di genere binari per poter essere accettati dal resto della società. All’interno di questo mondo, si è sviluppato un linguaggio raffinato, che vuole stravolgere significante e significato degli elementi cardine di una società contemporanea chiusa ed omofoba, creando un’iconografia che fa riferimento ad epoche ed immagini diverse, concependo il corpo aldilà degli stereotipi sociali comunemente imposti ed accetti. L’immaginario che si è creato all’interno di questo contesto prende ispirazione dalla storia segreta che possiedono gli oggetti, le stoffe ed i vestiti che oggi dormono infondo a grossi bauli, in soffitte e mercati sperduti, che ci raccontano come nel corso della storia uomini e donne che hanno condiviso i nostri stessi ideali si siano rapportati all’estrema costruzione della persona ed alla sua performatività di genere, specialmente in contesti fortemente spettacolarizzati come quello della vecchia Hollywood e della società dello spettacolo. Come diceva Marlene Dietrich – dichiaratamente bisessuale – il glamour è una garanzia. È un modo di sapere che sei sempre opportuno in ogni contesto, mentalmente, fisicamente e visivamente, e che, qualunque sia l’occasione o la situazione, sei sincero nei confronti di te stesso.