IPOTESI DI FELICITÀ – HYPOTHESIS OF HAPPINESS #2
Federica Gonnelli
@Federica GonnelliFotografia
- Edizione: 2019
- Anno opera: 2019
- Altezza cm: 72
- Larghezza cm: 72
Descrizione
Siamo circondati da confini mentali, materiali, artificiali, naturali ed ogni giorno siamo costretti dentro nuovi confini. Confini che ci coinvolgono personalmente o che riguardano tutta la società, ognuno con una sua possibile e concreta proiezione spaziale. Confini come entità che pur mettendo in contatto due parti le separano e dividendo le uniscono. Confini che ai loro margini possono essere vissuti come una barriera, ma che si rivelano al loro interno come uno spazio nuovo. Uno spazio altro, una nuova possibilità nella quale nasce il progetto “Ipotesi di felicità / Hypothesis of happiness”: un percorso narrativo composto da più opere, diverse per forma e tipologia di assemblaggio, che coinvolgono emotivamente, spazialmente e visivamente lo spettatore. Ciascuno di noi nel corso della propria vita è posto costantemente di fronte ad un confine, un recinto, talvolta siamo dentro, talvolta siamo fuori, talvolta è una nostra scelta, talvolta siamo costretti a subire le scelte altrui. In ogni caso l’ipotesi di felicità è oltre il recinto stesso. La felicità è lo stato d'animo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. L'etimologia fa derivare felicità da: felicitas, che a sua volta deriva da felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità, come nell’immagine del paesaggio naturale presente nelle opere della serie. Felicità non indica solo gioia, ma anche l'accettazione del diverso e la tranquillità con gli altri. Conoscere, prendere coscienza dei confini ci permette di viverli in un modo diverso, ci permette di oltrepassarli perché le ipotesi di felicità stanno oltre ogni confine, oltre ogni recinto. L’immagine di una foresta rigogliosa e immaginifica solo apparentemente innocua, resa tale mediante la fotografia a doppia esposizione, che rappresenta di per sé un primo confine, simboleggia come in ogni fiaba la paura di perdersi e cancellarsi. A uno sguardo più attento nell’opera sono già visibili i segni di un cambiamento in atto, di uno spazio nuovo. Nel fitto della vegetazione infatti, appaiono delle luci che mettono in evidenza i vertici di un recinto esagonale. Pensare un confine o costruire un recinto sono pratiche omologhe che possono trasformare non solo un paesaggio, ma un intero modo di concepire lo spazio. Entrambe sono azioni che rispondono a un medesimo desiderio, quello di generare uno spazio cercando allo stesso tempo di controllarlo in ogni aspetto.
Tecnica
Assemblaggio di immagine fotografica stampata con riporto a solvente su organza e tessuto, sei luci led, supporto di legno.