Cosmo 4
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Carlos Casuso
@Carlos CasusoPittura
- Edizione: 2020
- Anno opera: 2019
- Altezza cm: 50
- Larghezza cm: 40
Descrizione
Il dipinto Cosmo 4, è stato realizzato in riferimento al capitolo dedicato alla questione della “viseità”. ( Libro:Mille Piani, Autori: Deleuze e Guattari, Capitolo: Anno zero, viseità) Deleuze e Guattari individuano nel “volto” il nodo centrale di ogni significazione possibile, la base a partire dalla quale ogni significazione può avvenire, l’operazione attraverso la quale determinati elementi si strutturano in maniera significativa, tant’è che la viseificazione (che nei tomi sul cinema diverrà “voltificazione”, al pari di viseità, che si trasformerà in “volteità”) il “divenire-volto”, non è qualcosa che riguarda solo la “testa”: essa è, in quanto processo determinato dall’installarsi della macchina astratta “muro bianco-buco nero” ( questa macchina coinvolge la pittura, come l’architettura e il cinema, macchina organizzata attraverso la correlazione viso paesaggio) , qualcosa che può attivarsi su qualsiasi oggetto: “Anche un oggetto d’uso potrà essere viseificato: dirò che una casa, un utensile, un oggetto o un vestito mi guardano non perché assomigliano a un viso, ma perché sono presi nel processo muro bianco-buco nero e si connettono con la macchina astratta di viseificazione.” (G. Deleuze, F. Guattari, Mille piani, Capitalismo e schizofrenia, pag. 270) In questo senso sfuggire all’organizzazione di questa “macchina astratta” significa spezzare l’organizzazione di questa viseificazione, liberare i tratti di viseità, in favore di una libera riconfigurazione degli elementi (che non sono solo quelli della “testa”, ma delle cose in generale) in fuga dalla codificazione che la macchina astratta produce e installa, tant’è che “Il viso ha un grande futuro, a condizione d’essere distrutto, disfatto. In cammino verso l’a-significante, verso l’a-soggettivo”. (Ivi p.265) La voltificazione è quindi un processo che, se disfatto, conduce verso l’a-significante, proprio perché il regime “significativo” si origina proprio in questo processo. Disfare questo processo significa disfare la soggettività strutturata, e creare uno spazio “intensivo”, “affettivo”, fatto di singolarità che entrano in connessione: “Si apre così un possibile rizomatico, che opera una potenzializzazione del possibile, contro il possibile arborescente che segnava una chiusura, un’impotenza.” (Ivi, p.289) Nel capitolo, si parla di viseità soprattutto in riferimento al cinema, quindi all’immagine in movimento, la mia riflessione è sull’immagine ferma, il tentativo è quello di cortocircuitare il senso del significante volto; che può essere dato, appunto, tramite altri significanti.
Tecnica
Olio su tela