Lo stupore

L'opera è la seconda di una serie più ampia. Raffigura una delle fasi che fanno parte del progetto. Nella scena si è materializzata una lente, che assume le funzioni delle lenti dell'obiettivo della macchina da presa. Io sono dietro ad essa pervasa da una luce a cui mi do compeltamente, nell'intento di farmi analizzare dalla fotocamera, da me stessa e dallo spettatore. Ora tu puoi scrutarmi, osservarmi, esaminarmi. Ora scopri, come sono sempre con la fotocamera, ad occhi chiusi, perché prima di catturarti ti sento, ti percepisco, ti intuisco. La rappresentazione della realtà fotografica, avviene prima con la concretizzazione di un idea nella mente, e poi successivamente diventa realtà visiva. Nell'opera ho voluto mettere l'osservatore nel ruolo che di solito svolgo io, ovvero quello di servirmi di uno strumento per indagare su ciò che mi circonda.